Li Filmi Invedibili presenta
CASA DI PRODUZIONE: Onan Productions
Sinossi e nota critica: Un uomo si interroga sul significato della vita in sei film dalla durata spropositata. Una sedia. Una telecamera fissa. Oltre 2400 minuti di silenzio. Una produzione che si è rivelata insopportabile perfino per Terrence Malick, contattato inizialmente dalla Onan per dare vita all’ambizioso progetto.
A raccogliere la sfida ecco dunque il cineasta olandese Lucas Hurt, già autore delle incontinenti pellicole Kolossal e La storia del mondo: dai primi vagiti a un futuro lontanissimo.
E, niente, non c’è molto da dire su questo primo capitolo della saga.
La bravura di Francois Debordant aiuta a sopravvivere ai primi 30-40 minuti di elucubrazioni, pause, ipotesi, citazioni, metafore, incisi, riflessioni, paralleli, teoremi, dimostrazioni ed excursus, ma poi il film inizia ad accusare i primi cedimenti.
Fra uno sbadiglio e l’altro giungiamo a stento all’ultima scena: dopo 20 minuti di silenzio nei quali Debordant guarda dritto in camera con aria assorta, l’uomo beve un sorso d’acqua e poi esclama: “Il significato della vita? E che diavolo ne so io!”.
Un finale se non altro irritante che i critici hanno generosamente definito “misterioso”, “provocatorio”, “una premonizione post-moderna su quello che saranno i prossimi capitoli della saga”. E su questo, sfortunatamente, non possiamo che essere d’accordo…