Luca Bertini ha postato una foto

1. Luca Bertini ha postato una foto

Luca Bertini ha postato una foto. Me ne accorgo e me ne disinteresso, me ne frego, faccio altro. Ma dopo ci ritorno. Sono passati quattro minuti e la foto ha ricevuto un like e un commento. Va bene.
C’è Bertini disteso in un prato alpino, montano, con la faccia che sorride, i suoi occhietti, belli, ma lievemente suini, come a dire: ho fatto pure questo, ma in realtà quella domanda non è rivolta a nessuno in particolare, quel sorriso, quell’espressione: neppure al fotografo che l’ha fotografato, disteso, dopo una salita che posso immaginare lunga o mediamente lunga, per un ragazzo della sua età, di città.

11 minuti, ancora fermi su un like e un commento. Il like è di una ragazza, il commento di un ragazzo, Francesco, ed è una risata, lunga, ahahahahahaha, così si fanno le risate oggi, dopo le più normali, ahah, di ieri, dopo i vari lol, dopo tutto, poco importa. È un commento che lascia perplessi, ingiustificato, perché? Che c’è da ridere? Allora noi possiamo sospettare che i due fossero assieme, che ci fosse proprio quel commentatore a scattare la fotografia oppure che sia proverbiale la pigrizia del Bertini e che questi (il commentatore) con quella risata, voglia confermare e sottolineare, quella loro unione.
Vado a esplorare il profilo di lei, della ragazza che ha messo il like. Perché io potrò capire chi sei, chi c’è là dietro, anche e sopratutto dalle persone che ti circondano, la tua ragazza, i tuoi amici, la famiglia.
Anche da quei parenti problematici, soprattutto da loro, ma non soltanto.
Si chiama Giordana Sorci. Un cognome sfortunato, Sorci. Clicco sopra e si apre questo mondo, che è lei, Giordana, che invece è un bel nome. Giordania, mi fa pensare, Cis Giordania, vediamo dunque.
C’è una foto lievemente mossa, sfocata,un profilo importante, come piacciono a me, con un cocktail in mano, un giubbotto di jeans, in mezzo a tante persone, roba per terra, un centro sociale. Scorro avanti.
Una spiaggia, tre amiche, di schiena, Giordana forse quella nel mezzo? Poi su un autobus, sempre di spalle e dei commenti in una lingua straniera, tendente all’est. Sulle immagine del volto, che alla fine arrivano, chiudo tutto, non mi interessa più.

29 minuti. Ancora fermi. Il like di Giordana, il commento di Francesco. Vado a vedere chi è lui, tanto per passare il tempo. Un quadro raccapricciante, la smetto subito.

35 minuti. Niente. Ma forse gli amici di Bertini sono tutti molto indaffarati, di martedì 8 luglio, stanno a far le cose, a fare gli esami, a camminare sulle montagne, i pascoli alpini. Deve essere così. Valuto per un momento l’idea di dare il mio like, ma poi lascio perdere. Lassa perde, mi dico.

40 minuti. Spunta un secondo like. Giulia Terrosu. Sarda, dunque, ci clicco sopra. Una foto profilo in bianco e nero, 38 like, fa tipo il muscolo, non so bene che pensare, c’è qualcosa nel suo volto che non mi convince, forse sono le sopracciglia. È carina, Giulia, foto di cani, di spiagge, di lei, in tutti i modi, ma non foto che ostentano una certa ricercatezza, quello no. A volte spuntano veri e propri mostri di foto, che fanno pensare che non stia troppo dietro a questo genere di cose. Chiudo anche il suo profilo.

45 minuti. Il commento di Francesco, la sua risata, ha ricevuto a sua volta un like. La cosa non me l’aspettavo e ho come il sospetto di sapere chi sia stato. È stato Bertini, a conferma di quello che il commento già confermava: che si è una legione, nel vasto mondo della condivisione, che si è una enclave all’interno di un paese straniero e nemico, in cui persone passano le loro mattinate a osservare i nostri errori digitali, le nostre foto, i nostri sorrisi, le nostre amichette e amici, c’è gente che sta là e vede e forse ne scrive qualcosa (ma questo dev’essere impossibile) quindi di fronte alla diga, al braccio amico a trascinarci fuori dalle sabbie mobili, io rispondo con la conferma a quel braccio, diga, pollice, grazie amico, per avermi cavato da questo impiccio di cambiare la foto proprio oggi e rimanere nella palude del nulla, di fronte a tutti.
Like, questo, che suonerà ai miei occhi come un’ammissione di colpa, a conferma che la mossa non sia andata bene, che i like sperati non sono giunti, che nessuno ha confermato la nostra identità, solo quel deficiente di Francesco che ha commentato in maniera assurda, insensata. Cristo, che miseria.

50 minuti. Tutto tace. La contromossa di dare il like al commento, non è servita a niente.

55 minuti. Altri due like. Un ragazza, un’altra Giulia e un certo Riccardo, con cui condivido un’amica, oltre al Bertini stesso.
Quindi il cerchio si stringe, ecco che si arriva a me. Riccardo Haupt, conosco sua sorella, Carola, e ora tutto si fa circolare. Cerco di non pensare alla cosa, non voglio, non mi importa che le città siano vuote, che le possibilità limitate, non mi va.
Vado sul profilo di Giulia seconda. Ho come, fin da subito, l’impressione di averla già vista. Pure lei. Riccardino no, non l’avevo mai visto, ma conosco sua sorella. Giulia due io l’ho già vista. Era a Siviglia. E ne ho la conferma scorrendo le foto, fino a una dove c’è lei con altre ragazze alla feria, con i vestiti e tutto quanto. È stato, ancora, il suo naso, a farmela riconoscere. Qualcosa come di corretto, lievemente aggiustato. Milano, Siviglia, un like a Bertini, a confermare cosa? Un antico legame.

1 ora. 5 persone. Thomas Zingelrmann. Nord europeo. Foto di profilo lievemente gay, poi foto di filosofi, Foucault, Wittgenstein. Un tedesco, forse lievemente appassionato alla natura, come tutti i tedeschi, anzi, in verità, alle alture. Ecco che adesso i like possono fluire liberi, 6 like, si è superata la tensione superficiale dell’inizio, della visibilità, del riconoscimento, adesso si è giunti al vasto mare dell’indifferanziato, del generico, del qualunque, tra chiunque. Si procede ormai a vele spiegate.
È questo sesto like quello che Luca Bertini aspettava, quello di Valentina-Profilo-bloccatissimo, una foto di profilo che fa supporre meraviglia, lei affacciata a una macchina, dietro la campagna riarsa dal sole. Ma devo sforzarmi gli occhi, per vederla, anche quella è ricacciata nel non visibile. È Valeria Mercuri quella per cui Bertini ha rischiato così tanto questa mattina, e lei, ora, è arrivata.

Post Scriptum
7 ore dopo. 6 commenti. 23 like. Dopo. La cosa che più mi meraviglia sono i tre like che ha preso Francesco, con quella sua risata assurda, 3 like, oltre a quello di Bertini, che fu ammissione di colpa. Osservo di sfuggita quell’elenco di nomi sconosciuti, un amico in comune, tranne due per il giovane Riccardo, e non provo interesse per quei mondi che si aprono, ma una lieve nostalgia per Valeria Mercuri, il suo essere sprofondata anche lei, con gli altri, non essere più un cazzo di nessuno, ma io so quanto è stata importante, stamattina, il suo cliccare.

Patrizia Comino2. Luca Bertini ha cambiato immagine di copertina

Luca Bertini ha cambiato l’immagine di copertina. Cosa? È quella cosa che sta sopra, cioè. C’è la tua
paginetta Facebook, la tua foto profilo piccolina e poi grande, dietro, questa immagine di copertina. Non serve a niente, sono elementi grafico decorativi, tutto fa brodo, per allungarlo. Che io sono io, sono proprio io, autentico, diverso da te. Invece il concetto di identità è illusorio, ma vabbe’.
Bertini venti ore fa cambia l’immagine di copertina, chissà cosa c’era prima, non lo andrò a vedere.
Mette un’immagine con delle rane. Rosse. Una foto inutilissima, come è la cosa in sé della copertina.
E guardando ancora un secondo quell’immagine io penso che lui l’abbia copiata. E non dico trovata su internet, da qualche parte, come tutto, e copiata. Come tutto. Dico proprio vista sulla copertina di qualcun altro e ricopiata sulla propria. Che orrore! Neanche la fantasia di farsi la propria immagine di copertina.
Penso questo non per ragioni che riguardano lui, Bertini, ma l’immagine, che si adatta troppo bene allo spazio, come se fosse fatta apposta, da un grafico, da qualcuno che se ne occupa, del settore. Venti ore fa, e quei 5 like, a suggellare l’atto inutilissimo.
Vado a vedere chi ha messo il like. C’è Giulia Terrosu, nostra vecchia conoscenza, la sarda con le foto brutte, ma simpatica, se così si può dire per usare una circonlocuzione di intenti.
Oltre a questa, la nostra attenzione è attratta prima da Crucianelli Elisa, in prima posizione, per quel selfie a bimbo minkia con tette accluse. Da una rapida ispezione del suo profilo ne viene fuori un quadro pietosetto. Ripiego su Flaminia, Ah Flamì, e anche qui si scopre una ragazza carina, che Bertini deve aver conosciuto in una vacanza studio.
Son tutte uguali le ragazze su Facebook, con Sciascia, che cerchiamo sempre la stessa donna, la madre, il dongiovannismo, una forma per sconfiggere la morte con la ripetizione.
Flaminia ha un neo alla fine del sopracciglio destro, questo è bello. Mostra la lingua, come si faceva una volta. Ora questo non si usa più fare, perché è stato associato e ricondotto a una dimensione sessuale/ esplicita che comunque mal si accorda con certi dettami dell’Occidente d’oggi e con il suo gusto per il solare. Ciao, che ne dici? Chi preferisci?
smile

3. Luca Bertini metti diritti i piedi

Continuo a raccogliere materiale su Luca Bertini che non serve a niente. Una foto, Par Gol si è laureata, ma forse me lo immagino. Forse niente. Sta davanti a un ascensore con Bertini, per nessun motivo, facciamoci una foto, va bene. Forse qualcun altro si è laureato, un loro amico, forse lei non è nemmeno italiana, Italia agli itagliani, con quel nome. Forse.
Piace a quattro persone, mentre un amico commenta, Luca, tagliati quei baffi da rapist, stupratore.
Me lo son guardato sul dizionario che non ero sicuro. Fuori piove. Bertini con i piedi leggermente a papero, mia madre gli direbbe: stai diritto, metti diritti i piedi, rapist.
Cosa direbbe mia madre a me? Eppure, quando ero bambino, dicevi che ero bravo a scrivere. Mamma, o anche tu polizia postale che pure da qualche parte devi essere, e leggermi, aiuto, vi prego.

 

Testo: Simone Lisi
Immagine: Patrizia Comino

 

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