I Tarocchi presentano

IL MATTO E IL BAGATTO


Ai tarocchi si può domandare a patto
che non ci si dimentichi che la domanda conserva in sé tutto il potere della risposta

tarocchi - Il matto

 

ARCANO: MAGGIORE, SENZA NUMERO, PRIMA CARTA
FILA I: PERSONAGGI UMANI O ANIMALI IN SITUAZIONI RICONOSCIBILI
SERIE: CHIARA, IMMAGINE DI CONNOTAZIONE STORICO/SOCIALE
AZIONE: VERSO L’ALTO

NOME: IL MATTO, o anche DOTTOR QUARTUCCI

La prima volta che l’ho visto di persona avevo dodici anni e indossavo una maglietta blu con le divertenti scimmiette NON VEDO/NON SENTO/NON PARLO.
Per prima cosa mi chiese delle scimmie, poi cominciò a curarmi le tonsille.
Il Matto è la carta senza numero, la prima del mazzo. Ce n’è un’altra senza nome, La Morte, ma di questa parleremo più avanti.
Il Matto e l’omeopatia hanno in comune una smisurata passione per l’energia.
Per leggere Il Matto è necessario girare una seconda carta poiché lui da solo è semplicemente un impulso creatore fondamentale, un gigante nel flusso dell’energia, un illuminato che potrebbe anche rigirarsi su se stesso senza méta alcuna.
Il Dottor Quartucci è il mio omeopata da sempre. Un omeopata non è un santone, ma un medico chirurgo specializzato in omeopatia. Non cura con l’ausilio di magiche pozioni, ma con i derivati di tre grandi categorie: il mondo animale, quello vegetale e quello minerale.
Il rimedio con cui ha curato le mie tonsille si chiama Tarentula, un estratto delle ghiandole velenifere del ragno. Se per attivare la carta del Matto è necessario scoprire la carta successiva, per attivare il rimedio omeopatico è necessario diluire e dinamizzare. Quelle sigle strane che vi sarà capitato di notare sui bussolotti dei granuli omeopatici come CH/DH/K indicano quanto un rimedio è diluito, mentre dinamizzarlo significa scuoterlo. Se avete tre gambe, non andate dall’omeopata, la ragionevolezza viene prima di qualsiasi predizione.

ARCANO: MAGGIORE, NUMERO UNO.
FILA I: PERSONAGGI UMANI O ANIMALI IN SITUAZIONI RICONOSCIBILI
SERIE: CHIARA, IMMAGINE DI CONNOTAZIONE STORICO/SOCIALE
AZIONE: VERSO L’ALTO

NOME: IL BAGATTO, o anche SOPHIA DE MELLO BREYNER ANDRESEN

A meno che non abbiate studiato a fondo la letteratura portoghese, questo nome non vi dirà nulla.
Il Bagatto invece, è sinonimo di Mago ed è la prima carta numerata del mazzo. È sempre in vena di sperimentare con l’ausilio di tutti quei ninnoli che fanno da sfondo.
Concentriamoci sulle mani, chiave di volta per comprenderne la natura. Se con una sorregge una bacchetta, simbolo di forza celeste, nell’altra maneggia una moneta (qui una coppa), che lo riporta ai suoi bisogni primari, quotidiani e concreti.
Potrei descrivere Sophia de Mello Breyner Andresen come una tra le più grandi voci della letteratura e della poesia contemporanea con cinque figli al seguito. Cinque figli. Cinque figli e nella testa una voce che recita aquele que ve o fenomeno, quer ver todo o fenomeno: colui che vede il fenomeno, vuol vedere tutto il fenomeno. L’ho incontrata così Sophia, con i suoi racconti per l’infanzia, esattamente il luogo in cui ci porta Il Bagatto, il momento di massima espressione per il talento e la fantasia, d’altro canto però, solo la prima di una lunga serie di faticosissime stanze.

Testo: Maria Rita Di Bari
Immagini: Vincenzo Ventura

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