Strip Advisor presenta:
CALPESTARE GLI DEI
Episodio 6

19.08.16 

Sesto Giorno: dalla Val d’Oca a Maialmorto

08:21
Poi ho dormito, eh.

12:02
Ora che sono arrivato quasi alla fine mi rendo conto che lungo tutto il sentiero a cambiare non è il paesaggio, o il dialetto degli indigeni, i sapori degli insaccati, la frequenza dei segnali CAI o l’odore dei calzini. Sì, cambiano tutti, ma quello che cambia davvero è il modo in cui il cammino racconta se stesso.
Quando cominci a camminare ti racconta la strada un pomposo borghesotto, Ragionier Decanter, molto fiero delle sue zolle, ammiccante, gonfio di Storia, che indica dappertutto per farti riconoscere le cose che gli appartengono – lui ha solo specialità, e non riesce ad ammettere di non saper fare il pane.
Dopo un po’ che straparla viene interrotto bruscamente da Zi’Leccio, che parla più piano ma finalmente ha qualcosa da dire, anche se preferisce che a volte sia tu a dirla come pare a te.
È generoso e chiede giusto un po’ d’attenzione, racconta la parte più avvincente, ma non riesce a parlare a lungo, si affievolisce, sonnecchia, poi magari ha uno scossone e urla una poesia, breve però, si assopisce di nuovo, racconta nel sonno… Zi’Leccio? Niente, secco! E adesso? Chi finisce di raccontare?
Passa un tossico. La sua tag è Hwtz, lui è abbastanza giovane, puzza di chimico, espressione assente, vestiti logori, tutti i denti parecchio marci. Tu non lo guardi ma lui t’ha visto.
“Vuoi l’MD?”, chiede.
Fai cenno di no col capo, ma lui ora è lì e ti guarda senza vedere davvero qualcosa.
“No dai, maddavero?”
Ormai vuoi sentire la fine della storia, non c’è alternativa e allora chiedi a lui. Quello smascella, annuisce, racconta. Ma è uno schifo, non si capisce niente quando parla, sbaglia la grammatica, usa abbreviazioni, ripete pure le cose dette dagli altri due, ma le dice male, una sopra all’altra, e ha la fiatella da vino rancido. Poi ci prende pure gusto, s’infervora, inizia a gesticolare, fa dei suoni, prova anche dei passi di balletto, ma è tremendo, ridicolo.
E allora ti rendi conto che il racconto ti piace anche così, che alla fine non è colpa sua, son state le cattive compagnie, alla fine un suo stile Hwtz ce l’ha, e allora sì dai, vai fino in fondo. Frasi finali, pronuncia quasi corretta, un inchino storto e precipita a terra.
Ecco, nel caso la metafora non sia chiara, l’ultimo tratto di sentiero è talmente brutto che dopo un po’ ti affezioni, quasi meglio anzi: di nuovo in fuga, stavolta dalla decomposizione, senza voltarsi indietro.

13:47
Non per essere volgare, ma da queste parti i ragni, invece di tessere, le ragnatele le scoreggiano.

14:33

Pranzo: Mezzomelone

16:25
A Maialmortofinisce per davvero, senza indicazioni, in mezzo a un porticato, in un fastidio simile a quello di Silente. Tra poco c’è il treno, un’ora e sono a casa.

Grazie di tutto, eh!

Testi & immagini: Bernardo Anichini

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