Li Filmi Invedibili presenta:

 

TITOLO: Scusa ma… mi si sono ristretti i ragazzi
REGISTA: Fefè Moccio
DURATA: ‘78
GENERE: teen-movie risparmiabile
PRODUZIONE: Italia / Stati Uniti
CAST: Cocca Quattrocchi, Bono Braccioni, Cicci Cambusi, Bubi Bottarga
CASA DI PRODUZIONE: Babi Productions
Sinossi e nota critica: Dopo aver documentato con fastidiosa dovizia di particolari i pruriti sessuali dei pariolini versione 2.0, Fefè Moccio decide finalmente di compiere il grande salto confrontandosi con un celebre classico del cinema hollywoodiano, quel Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi che tanto ha influenzato il David Lynch di Mulholland Drive, nel momento in cui si è trattato di riporre terrificanti barboni in scatolette davvero piccolissime.
In questo nuovo episodio, Poppi – un’insopportabile matricola universitaria alle prese con una laurea in chimica da conseguire con il minor sforzo possibile – tenta di sedurre chiunque capiti nelle sue vicinanze. La protagonista (interpretata da una commovente Cocca Quattrocchi) è infatti ancora illibata e, per questo motivo, vittima di ripetuti atti di bullismo promossi dalle sue migliori amiche: Sissi (altolocata battona con una prevedibile erre moscia) e Totti (borgatara, donna del popolo dalla battuta sempre pronta ma, non per questo, meno zoccola dell’altra).
Le avance condotte da Poppi riflettono tutta l’incertezza di una diciottenne interpretata da un’attrice che di anni ne avrà almeno trentadue e portano, inesorabilmente, alla stessa – patetica – conclusione: l’improvvisa perdita di propulsione erettile da parte dei poveri bersagli scelti dalla ragazza.
Ma quando Poppi incontrerà Raul, il vero amore, riusciranno i buoni sentimenti a prevalere sulla totale mancanza di rizzacazzismo della giovane? Forse sì, grazie all’aiuto di uno scienziato pasticcione…
Uno spaccato fin troppo fedele dell’Italia dei nostri giorni raccontato attraverso dialoghi di rara vacuità e irresistibili gag “di formazione” (se Holden Caufield avesse barattato il suo senso dell’umorismo per una Smart, il capolavoro di Salinger suonerebbe più o meno così).
Moccio, cantore dei nostri tempi. La domanda fondamentale è: c’era bisogno di questo film per prendere coscienza del fatto che siamo diventati mentecatti?
VOTO: 4
Testo: Martin Hofer
Immagine: Bernardo Anichini

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