Chi sono i padroni?
Episodio 2

Le ragazze dell’albergo 
(dove si indaga cosa succede quando il potere va in vacanza) 

Una settimana l’anno, una settimana soltanto, non i bassa, ma in bassissima stagione, il Signor Franco decide di tornare dalla sua famiglia, quella famiglia che a causa del lavoro non riesce mai a vedere quanto vorrebbe, quella famiglia che, nonostante tutto, lo ama e lo venera come fosse un dio. 
E come non venerare e amare un uomo del genere? Uno che si è fatto da solo, uno a cui tutti vogliono bene, come testimoniano le foto che riempiono le pareti della sala ristorante: Franco che sorride con uomini importanti e con personalità transitate dal suo albergo, Franco che non ha soggezione di nessuno, che sorride in quelle foto come se avesse un nipote seduto sulle ginocchia e non fosse al fianco di qualche Croce di Malta o di un Commendatore del Lavoro.
Franco, uomo di una purezza cristallina, che ha fatto del bene in senso assoluto, al paese in cui ha aperto l’albergo portando lavoro, alla giustizia religiosa con la sua condotta, ai suoi lavoratori dipendenti portati su un palmo di mano. Franco che viene da chiedersi: dov’è il lato d’ombra? Dev’esserci. Chi lo conosce davvero scuote la testa. Non c’è, non c’è lato d’ombra. Ma in quella settimana in cui Franco lascia il suo albergo a Civita di Bagnoregio, le sue dipendenti prendono finalmente possesso di tutto e finalmente sono libere di essere loro, le padrone.

La prima cosa che fanno è alzare il riscaldamento al massimo. Talmente è attento il signor Franco, che le sue collaboratrici soffrono il freddo sei mesi l’anno. Franco è sempre attaccato al termostato, è la sua preoccupazione costante, verso le bollette, ma anche verso l’ambiente circostante, verso il surriscaldamento globale. Così che, appena lui se ne va, loro prendono e alzano al massimo tutti i riscaldamenti della casa, tanto che il calore si diffonde dai pavimenti, tanto che appoggiando una mano sul muro esterno del palazzo è possibile sentire il calore che emana lo stabile. Prima cosa.

In secondo luogo alzano i prezzi del ristorante, del duecento per cento, così da intascarsi tutti i soldi del ristorante. Poi dichiareranno a Franco che non è venuto nessuno, a pranzo.
“E la roba da mangiare surgelata che manca?”, domanderà Franco, indagatore.
“I lupi sono scesi dai monti e ci hanno attaccato; la neve isolava il paese, qualcosa abbiamo dovuto inventare.”
“Bene, benissimo”, risponde lui subito comprensivo.
Poi le ragazze rumene staccano l’acqua dell’albergo. Staccano tutto, dopo che si sono fatte dei bagni di ore e ore. Se lo preparano bello caldo, poi una volta che la vasca è piena, aprono al massimo il rubinetto e lo scarico, in modo da fare il loro bagno con acqua che ricircola, sempre nuova acqua caldissima, sempre nuova, che si scarica incessantemente e incessantemente torna a riempire la vasca. Poi, finito di fare i loro bagni, uscite da là completamente lesse, staccano del tutto l’acqua dell’albergo, avendo quasi esaurito la scorta mensile. Quando arrivano ospiti per una notte (io e Diana, nello specifico) dicono: “mah, strano ci deve essere un problema, ma è andata via l’acqua. Volete una bottiglia di naturale per lavarvi i denti? Volendo anche due bottiglie, che ne dite? Mi sembra ottimo, siamo davvero gentili, non vi pare?”
Questo ci dicono le ragazze dell’albergo.
“E questa temperatura asfissiante?”, chiediamo noi.
“Bello caldo, eh?”
Una settimana l’anno costa al signor Franco carissima. In termini di recensioni negative su Trip Advisor, di bollette del riscaldamento e dell’acqua, ma non può fare altrimenti, almeno una settimana l’anno, dovrà pur tornare dalla sua famiglia.

Testo: Simone Lisi
Immagine: Elisa Lipari

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