“Tre cose che non dovresti perdere”
Non perdere gli appuntamenti
Non perdere l’ottimismo
Non perdere il lume della ragione
Maledetto sensore di movimento. Scatta sempre quando è il momento di pulirsi. Ed ecco che la luce si spegne, buio totale. A volte, basta sollevarsi dalla tazza per far tornare la luce. Non questa volta. Un passo in avanti? Neppure. Due sulla destra, niente. Una vera rogna! Detesto questa situazione. Arretrare adesso, non se ne parla neanche. Posso provare a risvegliare il sensore aprendo di un centimetro la porta e richiudendola immediatamente. Arranco a gambe larghe. I pantaloni calati s’incastrano sotto le scarpe, le braccia tese in avanti a cercare appiglio nell’oscurità. Un colpettino veloce e risolutivo alla maniglia, seguito da un rumore metallico dall’altro lato. La maniglia esterna è caduta. Ora sono davvero in trappola. Colpisco la porta con il pugno e sento un tonfo alle mie spalle. L’asse si è chiuso. Arretro, sempre a gambe larghe, i pantaloni ormai schiacciati sotto i talloni. Mi piego all’indietro cercando a tentoni il bordo del water per alzare l’asse. Scivolo e casco direttamente a sedere sul pavimento. Vorrei piangere. Mi aggrappo alla carta igienica per limitare i danni con una pulizia sommaria alla cieca. E, per la prima volta in vita mia, mi chiedo: perché non mettono più gli interruttori nei bagni pubblici?
Testi: Martin Hofer & Fabrizio Di Fiore
Immagini: Bernardo Anichini