Li Ciddì Invisibili presenta

ARTISTA: Aa.vv.
DISCO: Discopanettone
ETICHETTA: Zoo Recordings
ANNO: 2013
GENERE: natalizio

VOTO: 6,5

Se vi siete stufati delle solite compilation natalizie con Wham e Mariah Carey, quest’anno avete la possibilità di fare un regalo insolito al prete che vi verrà a benedire casa e a reclamare moneta.La Zoo Recordings, etichetta svizzera che da anni accoglie i suoni più strani provenienti da ogni angolo del globo, propone una raccolta in doppio cd dove il tema natalizio viene riletto da un campionario eterogeneo di artisti della scena indipendente mondiale.

CD 1

Dieci pezzi per tutti i gusti. Si va dal gospel angelico dei Capellas (tre fratelli gemelli che a più riprese hanno affermato di volersi mantenere casti almeno fino al momento della morte) al folk antagonista di Savonarola che, con la sua “Natale del cazzo”,  scaglia un grido di contestazione contro il consumismo di fine anno.
Ritroviamo anche i F.O.G. (Friends of God), band statunitense di Geez house che per l’occasione ci regala una cover tutta synth e voci effettate di “White Christmas”.
Interessante anche la trovata dell’artista sperimentale nippo-australiano Mel Atiro, che nella sua “Bells” ha campionato il suono di sessanta campane sparse tra Italia, Francia, Spagna e Portogallo durante alcune messe della vigilia.
Piuttosto insulsa la parentesi dance del napoletano Giggi d’Alexia con la sua “Ullalà dindondan”, che avrebbe pretese di tormentone ma che – ne siamo certi – finirà presto nello sciacquone delle pseudo-hit mancate.
Troviamo inoltre un po’ fuori luogo la presenza della band death metal Hoygyarteer, i cui trascorsi satanisti non potevano che lasciar presagire un pezzo quantomeno “poco ortodosso”. E infatti il brano proposto è infarcito di ripetuti inneggiamenti a Satana, nonché di volgari blasfemie, come del resto suggerisce il titolo (“Kraar nudest aynen ridorst”), piuttosto eloquente anche per chi di norvegese mastica poco o niente.
La prima parte dell’opera si conclude con una toccante ballad firmata dal cantautore genovese Gian Mai, la cui particolarissima voce squarcia il velo di archi e arpeggi acustici che adornano la melanconia dell’ottima Bistefani da due lire.

CD 2

Il secondo cd non si discosta molto dal primo. Certe tipiche banalità natalizie, abbastanza zuccherose da uccidere un diabetico o noiose da aiutare il riposino digestivo sul divano dopo il pranzo del 25, sono intervallate da brani insoliti e piuttosto interessanti. Questa commistione però sembra spesso insensata o per nulla omogenea. Basti pensare all’accostamento assurdo, se non fosse per il titolo, tra il suono minimale di “Shèng dàn jié Xiòng mao” (“Panda Natale”) dello xilofonista cinese Ghel Bel Jing e il duro punk rock di “Weihnachten Baer” (Orso Natale) dei tedeschi Nackenspoiler.
Si passa così da “L’Odeur de musc est bon”, aulica sonata per ghironda del francese Joseph Le Boeuf, all’elettronica “Santa Claus is in da house” di Jiggle Gigas, pseudonimo dietro cui si cela un gruppo di giovani dj newyorchesi. La loro non è l’unica traccia del cd a sembrare più adatta a un veglione in discoteca che al tradizionale “Natale con i tuoi”.  C’è anche “Phosphorescent Fir” di Doctor Rastazar, artista giamaicano che ci parla di un abete dalle proprietà allucinogene che causano visioni mistico-religiose. Tanto per saltare di palo in frasca, questo simpatico pezzo raggamuffin non poteva che essere seguito da una morna, “Torta de Cometa” della cantante portoghese Magda Regina.
In un simile intruglio, va menzionato il brano di Napuli, neomelodico partenopeo che diverte con l’autoironica cover “Tuppe Tuppe San Gennà”, un duetto tra il santo e Babbo Natale: accusato di avergli scippato il sacco dei doni, San Gennaro si difende con la scusa “…l’agg fatt ppè t’aiutà”.
Nota stonata, il canto natalizio che chiude il secondo cd: agli autori di S”ave the Reindeer” (esecuzione affidata alle voci angeliche dell’Ecologist World Chorus) andrebbe ricordato che non solo il giubbino scamosciato di renna non è un indumento invernale, ma è anche fuori moda…
Testo: Martin Hofer, Fabrizio di Fiore
Immagine: Bernardo Anichini

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